STORIE d'ABRUZZO - dagli Angioini agli Aragonesi


Con la Pace di Caltabellotta del 1302 il regno di Napoli resta agli angioini e il regno di Sicilia va agli aragonesi ma le popolazioni dell'Abruzzo sono, purtroppo, ben poco interessate ad avvenimenti così importanti che pure le riguardano. L'inizio del nuovo secolo porta con se drammatiche novità: guerre e, soprattutto, il TERREMOTO.


1315 terremoto nell'aquilano. Le prime scosse il 1º febbraio, anche se i maggiori danni si ebbero a partire dal 13 febbraio e proseguiranno, a seguito di ulteriori scosse, per le successive quattro settimane (i fatti sono descritti nelle Cronache aquilane di Buzio di Ranallo). Si stima che a Paganica il sisma sia stato di intensità pari al VIII grado della Scala Mercalli
1336 nasce a Sulmona Cosimo de' Migliorati (papa Innocenzo VII)
1340 Lanciano con 6.500 abitanti è la città più popolosa dell'Abruzzo
1348 - 1349 terremoto sull'appennino abruzzese. Nel 1348 viene distrutta San Clemente a Casauria nella valle della Pescara. Nel 1349 il sisma distrugge quasi completamente L'Aquila. Una prima scossa si generò il 7 settembre 1349 avvertita anche a Roma dove rimase danneggiata la Torre dei Conti e la Torre delle Milizieai bordi degli antichi Mercati Trajanei e anche la basilica di San Paolo fuori le Mura. Altre forti scosse il 9 e 10 settembre fecero gravissimi danni all'Aquila provocando 800 morti e attivando un esodo della popolazione verso le campagne e i villaggi circostanti. I terremoti furono avvertiti nel reatino, nella conca del Fucino e nella Valle Roveto fino a Sora. Si verificarono danni perfino nell'abbazia di Montecassino dove cedette la basilica. Si stima che in quella serie di scosse si sia raggiunta un'intensità pari al X grado della Scala Mercalli.

Quando Roberto d'Angiò (1309 – 1343) morì, il regno di Napoli attraversò un periodo di crisi. Il re Luigi I d'Ungheria, per vendicare il fratello, si lanciò alla conquista del Regno, mentre Giovanna I d'Angiò (1327 - 1382) e il marito si rifugiavano presso la corte papale di Avignone (1348). Quando Luigi I ritirò le sue truppe per l'arrivo della peste nera, Giovanna I tornò a Napoli, subendo, nel 1350, una nuova incursione dell'esercito ungherese, conclusasi anche questa con un nulla di fatto.

1360 il Duca d'Andria distrugge Marruvium

A partire dal 1380 Giovanna I dovette scontrarsi con il nipote e cognato Carlo di Durazzo: dopo averlo nominato erede al trono, la regina gli aveva revocato i diritti di successione preferendogli il cugino Luigi I d'Angiò, fratello del re di Francia. 
Carlo di Durazzo fece assassinare la regina (1382) e si impadronì del regno, ma fu assassinato a sua volta nel 1386 inUngheria.
Salì al trono Giovanna II di Napoli (1414 – 1435), sorella di Ladislao I d'Angiò. Priva di eredi diretti, Giovanna nominò suo successore prima Alfonso, re d'Aragona, ed in seguito Renato d'Angiò.
Braccio da Montone andò in aiuto della regina di Napoli, scomunicata dal Papa, controllando tutti i territori dell'Abruzzo e parteggiando per Alfonso V d'Aragona contro gli angioini del ramo francese.
1384 terremoto a Teramo e ad Atri
1398 terremoto a L'Aquila con danneggiamenti alle costruzioni
1418 estinzione della vecchia dinastia dei Berardi conti di Celano
1420-24 per conto della regina Giovanna II, Braccio da Montone è signore di Teramo.
1423 la città dell'Aquila si ribellò, e Giovanna II diede incarico al condottiero Muzio Attendolo Sforza di andare a riconquistarla. Nel tentativo di guadare il fiume Pescara un suo paggio rischiò di affogare e Muzio, nel tentativo di salvarlo, fu travolto dalle acque.
2 giugno 1424 durante la battaglia finale ad Aquila tra aragonesi e angioini, Braccio da Montone rimase gravemente ferito. Non volle cure e pochi giorni dopo morì. Il Papa lo fece seppellire in terra sconsacrata, vi rimase fino al 1432 quando, per iniziativa del nipote Niccolò della Stella Fortebraccio, i suoi resti furono tumulati nella Chiesa di San Francesco al Prato a Perugia.
Nello stesso anno 1424 viene distrutto il monastero di Bominaco
Nella prima metà del XV secolo la pastorizia abruzzese ha il suo massimo splendore. Almeno la metà della popolazione d'Abruzzo dipendeva dalla pastorizia, sia direttamente che indirettamente. Vi erano oltre 3 milioni di ovini e 30000 pastori. Tale sviluppo fu dovuto alla pratica della transumanza.
Nel 1442, Napoli, in mano a Renato d'Angiò e assediata dagli Aragonesi, fu costretta alla resa. Questo segnò la fine della dominazione angioina sul meridione d'Italia. Alfonso V d'Aragona, che fu poi detto il Magnanimo, riunificò il regno di Napoli alla Sicilia.

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