Smart Working - Anche in Italia il Lavoro da Casa
Da quest'anno è normato da una Legge dello Stato lo Smart Working (chiamato anche "lavoro agile") ovvero la nuova modalità che consente agli impiegati di lavorare da casa senza recarsi nel canonico luogo di lavoro.
Il mondo del lavoro cambia con il classico luogo di lavoro, l’ufficio, che va perdendo la propria importanza e centralità in favore di luoghi di lavoro più informali e, soprattutto, decentrati: su tutti, l'abitazione del dipendente.
La legislazione italiana ha quindi cercato di provvedere a questa situazione introducendo lo smart working e andando, di conseguenza a richiedere una maggior agilità da parte di datori di lavoro e lavoratori stessi.
Si tratta di uno strumento molto utile attraverso il quale si offre ai lavoratori una larga e agevole autonomia nella gestione del flusso lavorativo e degli impegni personali.
COME FUNZIONA?
Il lavoratore viene dotato dalla propria azienda di una serie di strumenti informatici: smartphone, pc con connessione e con software per audio-video conferenze e messaggistica istantanea, stampante e scanner.
Attraverso i suddetti software, il lavoratore "segnala" la propria presenza e disponibilità spalmando l'orario lavorativo previsto nel corso della giornata. Può quindi organizzare la propria giornata alternando impegni di lavoro ed impegni personali. 3 ore di lavoro, ad esempio, e poi una pausa per lo shopping o la palestra, altre 2 ore di lavoro e poi un rapido stacco per poter accompagnare i figli a calcio, 2 ore nel tardo pomeriggio ed un'ora dopo cena per concludere.
Al di là di questo esempio che tiene in considerazione la gestione delle ore lavorative contrattualmente previste, al centro dello Smart Working è LA PRODUTTIVITA'.
Al di là delle ore effettivamente lavorate al lavoratore viene richiesto di assolvere ad una serie compiti che vanno eseguiti e riconsegnati a determinate scadenze.
Strumenti di audio-video conferenza, da SkyPe ad altri, consentono, nel corso della giornata, frequenti contatti e riscontri col proprio capo, coi colleghi e con le persone eventualmente coordinate e subordinate.
Sebbene questa nuova modalità di lavoro agile introduca aspetti interessanti e vantaggiosi, non tutti sono convinti della sua utilità sebbene si riscontrino miglioramenti in termini di produttività, soddisfazione dei lavoratori, crescita dei profitti e reputazione aziendale in più della metà dei casi chi ha adottato pratiche di lavoro agile.
Tra le principali barriere allo smart working c’è il fatto che molti lavoratori italiani non sanno utilizzare i programmi di audio e videoconferenze o, addirittura, non vengono forniti di adeguata ed efficace strumentazione tecnologica. Inoltre, non tutte le professioni si prestano alle modalità di lavoro agile e, poi, molti temono che lavorando fuori dal luogo di lavoro si corra il rischio di rimanere esclusi dalle dinamiche aziendali con riduzione delle proprie possibilità di carriera.
In una recente survey promossa da Vodafone, il 70% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver attivato politiche di lavoro flessibile riscontrando, nell'80% dei casi, un aumento nella produttività e nel morale dei dipendenti.
I conti però non tornano ascoltando i lavoratori interessati!
Fra questi, solo il 31% ha adottato modalità di lavoro agile mentre ben il 40% sostiene che lo smart working non si adatti alla propria professione o preferisce comunque lavorare con modalità tradizionali.
Siamo solo agli inizi e la strada da fare è ancora tanta. Occorre, certo, maggiore apertura mentale da parte dei lavoratori ma anche e soprattutto le Aziende devono saper rivedere i propri modelli e strumenti di riferimento.
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Ciao Sabry
Ciao Sabry
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