ISTAMBUL


Un vero e proprio universo. Istanbul è la tappa che tutti conoscono e chi c’è stato una volta si porta nel cuore Santa Sofia, la Moschea blu, il Topkapi, la Cisterna… Ma è necessaria almeno una seconda visita per scoprire l’anima più verace della città sul Bosforo: quartieri popolari come Fener e Balat, ma anche l’eleganza senza freni di Nişantaşi. Ma basta uscire da Istanbul per capire che la Turchia è molto di più. 




È la bellezza dei parchi e dei giardini che circandono Bursa. Il misticismo di Konya, cuore del sufismo e culla dei dervisci. L’eccellenza dei ristoranti di Ankara e le soluzioni architettoniche ardite che si trovano anche nelle aree periferiche della capitale. Le cascate di Pamukkale, capolavoro eccezionale della natura, e la maestosità imponente del Monte Ararat, il luogo dove si arenò Noè.

Per sostenere la sua candidatura all’Expo 2020 Izmir si è autodefinita “la metropoli più orientale d’Occidente e la più occidentale d’Oriente”. Un detto popolare racconta che nel suo porto potrebbero entrare, contemporaneamente, tutte le navi del mondo. A qualsiasi ora del giorno, e della notte, la sua immensa baia è solcata da petroliere dall’aria un po’ lugubre e da navi da crociera grondanti turisti. Il Kordon (lungomare) è la cornice più cool della città. Incolla- ta al moderno quartiere di Alsancak, è una distesa ininterrotta di tavolini, dove ci si ferma per uno spuntino, bere un tè alla menta o fumare il narghilè. Per lo shopping bisogna puntare sul mercato, un intrico di viuzze che si allarga dietro piazza Konak: gli occhi cadono sui numerosi giocatori di backgammon, i negozi di ‘real fake watches’ (imitazioni di orologi griffati), sui sacchi pieni di spezie e sui negozi ricolmi di lampadari e di tappeti. Per cena è meglio puntare su l’Asansör, un ristorante del quartiere ebraico di Karataş posto al termine della corsa di un ascensore che sale per 40 metri. È la meta ideale per abbracciare la baia e scattare foto con un grandangolo. Una manciata di chi- lometri separa Izmir dalle suggestive rovine di Efeso e Pergamo, mentre basta un’oretta per raggiungere Foça, un villaggio di pescatori con un porticciolo straripante di barche. Non è la Portofi- no turca, ma ospita più di una meta per una ruspante cena di pesce in riva al mare. Alaçati, distante pochi chilometri, è agli antipodi. Amata dalla Izmir più ‘à la page’ è un susseguirsi di candide casette dalle finestre azzurre, trasformate in ristorantini naïf e boutique alla moda, dove comprare gli yemeni, i tradizionali foulard turchi o oggetti di design contemporaneo. Per dormire ci si può spingere sino a Çeşme, una cittadina balneare nata sulla punta più occidentale della baia, famosa per le acque termali e alloggiare al Kanuni Kervan- sary (cesmekervansaray.com.tr), un’e- sperienza da mille e una notte. Volendo bordeggiare lungo la costa l’ideale è farlo a bordo di un caicco, riservandosi di fare una puntata a terra per un acquisto a Kuşadasi o una cena a Bodrum. Queste due famose località si trasformano spesso in trappole per turisti e per una vacanza stanziale meglio puntare su Fethiye, che di quando si chiamava Telmesso ospita ancora curiosi sarcofagi lici di pietra. Due le proposte locali imperdibili: la “crociera delle dodici isole” - un’escursione in barca attorno alla Baia di Fethiye - e una visita nella Valle delle Farfalle. Ovvero un angolo di paradiso terrestre che oltre a ospitare una specie unica di farfalla, l’Arctia caja, include una cascata alta 60 metri e una bellissima spiaggia. Da cartolina Ölüdeniz, una laguna riparata e separata dal mare, 15 km a sud-est di Fethiye. Colline coperte di pini, una lunga spiaggia sabbiosa e in lontananza il mare aperto.

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